Il progetto

Chi si è avvicinato alla Salernitana in tempi recenti può considerarsi fortunato. Anni di calcio che conta, persino una stagione in A, TV nazionali, articoli in rilievo sui giornali sportivi, partite e servizi speciali sulle emittenti a pagamento. Esiste una generazione, invece, che ha visto anni di serie C.

Che, sfogliando l’almanacco illustrato, cercava disperatamente nelle schede dei giocatori di A e B qualcuno che avesse giocato con i colori della Salernitana. Questi giocatori si contavano sulla punta delle dita: Gentile, Capone, Santucci, guarda caso tutti salernitani purosangue. Talvolta, quando veniva acquistato un giocatore di categoria superiore, si andavano a vedere i gol segnati, le presenze, ma non di più.

In tempi recenti, invece, i giocatori approdati in granata con trascorsi importanti risultano numerosi. Alcuni, poi, si sono (ri)lanciati ed hanno vestito maglie prestigiose fino alla Nazionale (Gattuso e Di Vaio, tanto per fare un esempio). Noi, piuttosto, vogliamo ricordare quegli anni gloriosi avari di soddisfazioni e ricchi di delusioni, ma soprattutto di episodi che oggi all’Arechi non sarebbe più possibile vedere.

Dedichiamo queste pagine a quei tifosi coraggiosi che ogni domenica si accalcavano sulle tribune dello stadio di Piazza Casalbore. I “Nati al Vestuti”. Il vero Nato al Vestuti ricorda a memoria la formazione della prima partita vista. Ecco la mia, Salernitana-Reggina (2-1)  del campionato 75-76: Brustenga, Bonora, Marchi, Cappelletti, Fei, Petraz, Stevan, Tinaglia, Vitulano, Abbondanza, Veracini. Per essere ammessi tra i Nati al Vestuti bisogna avere almeno 15 anni di serie C sul groppone!

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