Nati al Vestuti

Il cuginetto che nasceva di Sabato

Lo stadio Vestuti, a causa della poca altezza dei settori curva e distinti, è stato nel corso degli anni cinquanta e sessanta sovrastato da palazzi che da circa il terzo piano offrivano una veduta incomparabile per comodità sul terreno di gioco. Ci riferiamo in particolare ai palazzi prospicienti piazza Casalbore, Via Nizza, via Costantino l’Africano, le palazzine popolari lato curva nord e distinti a alla Clinica Tortorella.

La Domenica di partita della Salernitana, o in occasione di incontri di calcio settimanali anche amichevoli con squadre di cartello (ricordo ancora commosso un Salernitana-Milan serale del 30/09/1971 con Pierino Prati in grande forma), c’era una vera e propria gara nel ricercare parenti o amici che abitassero in quelle zone per farsi invitare alla prima teatrale.

Per chi non aveva parenti e/o conoscenze non rimaneva che il trucco di andare a trovare la zia alla Clinica Tortorella che aveva dato alla luce proprio il Sabato prima il tuo amato e agognato cuginetto. La Domenica mattina, tra le 10 e le 12, in pieno orario di visite ai pazienti, si riusciva a passare magari affiancandosi tanto ad una signora da sembrare suo figlio o nipote. Una volta entrati, si girovagava tra i reparti e corridoi finchè alle 12:30 un inserviente non cominciava ad avvisare che era orario di uscita, e così tra un saluto e un arriverderci si girovagava tra stanze e corridoi arrivando alle 13/13:30.

Con la complicità dei degenti, dei parenti che li assistevano e della mancanza di personale, non essendo giorno feriale, alle 14 si era davanti ai finestroni dell’ultimo piano pronti a guardare lo spettacolo, non prima però di aver addentato la pagnottella che con lungimiranza ti eri portato da casa. La partita vista dalla Tortorella aveva un sapore speciale perchè nelle giornate invernali di freddo e pioggia eri al caldo e poi il pubblico era veramente particolare.

Oltre agli imbucati e ai parenti, ricordo pazienti con stampelle, ingessature varie, sacche da catetere, lavaggi e annessi trespoli; persino pazienti con entrambi gli occhi medicati (forse operati di cataratta). Chi era capace di deambulare portava le notizie a chi era costretto al letto. Tutti comunque pronti ad esultare al gol e alla vittoria della Salernitana.

Al termine della partita, non prima di aver salutato e augurata una pronta guarigione a tutti, si sfruttava l’orario di visita pomeridiano e quindi si faceva tranquillamente la via a ritroso per recarsi a Piazza Casalbore ad ascoltare commenti e risultati, poi di corsa a casa per un buon piatto di spaghetti di qualche ora prima e pronti per Novantesimo Minuto.

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