Nati al Vestuti

“Scarpones” capitolo secondo

Abbiamo già parlato dei difensori che hanno funestato le domeniche del Vestuti per la loro scarsa affidabilità. Un liscio, un fallo in area inutile, un centravanti lasciato libero oltre il lecito, un’autorete clamorosa. Per fortuna, in granata abbiamo avuto anche difensori di altissimo livello, che ci hanno garantito un fine settimana di tutta tranquillità. Carmine Della Pietra (foto di copertina) era una sicurezza. Non a caso, con lui abbiamo vinto il campionato nel 1990. Compensava alla grande le indecisioni del collega Beppe Di Sarno, rimasto nei nostri cuori per il liscio quotidiano che molto spesso imponeva gli straordinari ai compagni di reparto e soprattutto agli attaccanti, nel senso che per vincere bisognava fare almeno 2 gol.

Carmine Gentile da Salerno doveva iscriversi alla facoltà di Medicina. Invitato dagli amici a proseguire gli studi, preferì pantaloncini e scarpette al camice bianco. Dopo la militanza granata a metà anni 70, dignitosa carriera in A e B con Verona ed Atalanta.

La Salernitana di Ghio, nel torneo 84-85, aveva i suoi perni in Mario Manzo, salernitano affermatosi poi a Brescia, e Sandro Vignini (scomparso a soli 40 anni nel 2005 a causa di un incidente stradale). Altro difensore lanciato in A è stato Luciano Favero, granata nel 77-78. In C era elegantissimo, di categoria superiore. Non tanto però da pensare ad una brillante carriera con l’Avellino e addirittura con la Juventus, dove preferì la grinta alla raffinatezza.

Un altro pilastro al quale siamo molto legati è sicuramente Franco Bonora, campionato 75-76: un vero e proprio mito. Veniva spontaneo chiedersi: come abbiamo fatto a prenderlo? Ed infatti l’anno successivo se ne andò per vincere il campionato con l’Udinese.

Claudio Cocco, il biondo. Uno dei difensori più tosti mai visti a Salerno. Un vero e proprio mastino dell’area di rigore. Uno dal quale non avresti mai voluto essere marcato. Peccato che i nostri attaccanti di quella stagione 87-88 (De Falco, Cozzella e Crialesi) non approfittarono del vantaggio di trovarselo in squadra. Dieci anni prima, più o meno, anche Giuseppe Papadopulo in quanto a grinta non scherzava. Lo avrebbe dimostrato in panchina, da allenatore.

Mario Valeri, cuore sardo, non mollava mai. Quando realizzava una rete (ne segnò 3) sprecava il 90% delle energie per esultare. Uno dei pochi a salvarsi dal naufragio della corazzata di Tom Rosati del 78-79.

Vincenzo Leccese contribuì ai successi della favolosa Salernitana 81-82, quella della serie B mancata per un soffio. Purtroppo non giocò la partita decisiva contro il Campobasso. Ci fosse stato lui, Canzanese non avrebbe segnato ed avremmo vinto il match. Magari saremmo andati in B con 8 anni di anticipo. E’ vero, con i “se” e con i “ma” non si va avanti, però questo dubbio ci resta e la cosa ci piace. Anche perchè altrimenti cosa raccontiamo ai ragazzini?

[foto di copertina da Wikipedia]

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